Skamall |
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| http://ilmiolibro.kataweb.it/booknews_dett...ntenuto=3728113CITAZIONE Non c'è segno, nel tracciato politico e culturale italiano, di una questione maschile: eppure gli indizi del disagio sono evidenti.
Iaia Caputo pensa che oggi l'uomo, non più patriarca della sua famiglia, incapace di spiegarsi le ragioni e il senso di questo spossessamento, reagisce "guardando al futuro come un cieco"; e nella furia del suo potere morente, quel futuro lo distrugge nei suoi figli. Ma sono ancora molte le forme del disagio, dell'estraneità che provano gli uomini rispetto a modelli di mascolinità in disarmo.
Iaia Caputo interroga però i padri "combattenti" delle Associazioni dei genitori separati dai figli, falsamente accusati di abusi, o ridotti in povertà da mogli vendicative. La paternità si apprende, si insiste, col corpo, "veicolo di tenerezza", cullando e curando i piccoli - attività per padri "di terza generazione", che sarebbero state vietate ai loro nonni.
"È quando esistono le parole che cominciano a esistere le cose", assicura l'autrice nel suo saggio necessario e appassionante, che cerca (disperatamente?) di cedere la parola agli uomini. Brava!
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