Coscienza Paleolitica - Poliamorismo

Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana.

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Skamall
view post Posted on 26/3/2012, 13:13




alla Presidenza del Consiglio Ministri e CNPPO uomo/donna

www.amichediabcd.org/linguaggio_non_sessista.pdf

 
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Toppi
view post Posted on 26/3/2012, 15:48




Letto... bene, farò attenzione (starò attenta) a queste cose.
Non un'attenzione che mi è del tutto nuova
perché in prima persona (io per prima) cerco di comprendere sempre linguisticamente le donne. Ed anche perché, benché non sia è la stessa cosa ma simile l'attenzione che occorre, mi capita spesso in alcuni contesti di impegnarmi a scrivere evitanto agettivi e participi non epigoni riferiti a me personalmente (stessa), per non dover esplicitare il mio genere, sostituendoli con forme neutre come ho fatto ora.
Unica cosa che non mi è chiara: perché il suffisso -essa sminirebbe le donne? Qualcuno sa spiegarmelo? E' un motivo storico che non mi è chiaro per via della mia giovane età?
 
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soulalison
view post Posted on 26/3/2012, 23:56




Interessante, grazie. Ho sempre trovato antipatico il sessismo della lingua italiana... meglio l'inglese... o l'utopia esperantista...
 
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Skamall
view post Posted on 27/3/2012, 17:08




CITAZIONE
Egregi Direttori, Egregi Giornalisti,

il linguaggio usato dai quotidiani, dai periodici e dalle emittenti televisive per cui lavorate richiede delle modifiche radicali, affinché non vi rendiate per leggerezza complici di un costume sociale che, nel considerare le donne come oggetto di dominio maschile e non soggetti di diritti autonomi, ne fa le vittime predestinate di ogni frustrazione di ciascun Ego maschile reazionario.

Ed è per questo, perché Voi possiate non sentirvi complici e noi non rimanere nel chiuso di un mattatoio alimentato continuamente da nuove vittime, che vi diciamo con quella chiarezza che ci deriva dal sapere di voler difendere un diritto inalienabile quale è la vita: NON VOGLIAMO più sentire la parola GELOSIA come MOVENTE, perché la gelosia non è un sentimento originario e spontaneo, ma derivato dall’idea di possesso che è illecita e delittuosa già in sé. NON VOGLIAMO più sentir parlare di DELITTO PASSIONALE: il FEMMINICIDIO va urlato fino a stordire anche i più sordi.

La GELOSIA nella cultura patriarcale è giustificata dalla convinzione erronea e perversa che essa sia inscindibile dall’amore, ma nelle culture matriarcali la si disprezza e la si condanna perché fonte di conflitti e di violenza, irridendo chi si mostra geloso ed emarginandolo. E non ci stiamo riferendo qui alle culture matriarcali del passato, ma a quelle che esistono tuttora e di cui ne citiamo per brevità solo due, la cultura Minangkabau e la cultura Moso, rimandando per ogni approfondimento alle pubblicazioni di Heide Goettner Abendroth, di Peggy Reeves Sanday e di Francesca Rosati Freeman.

Ri-definiamo dunque la parola GELOSIA, che non ha niente a che fare con l’amore e che maschera pericolosamente il concetto deviante di "appartenenza" dell'altra/o, in una relazione di coppia che toglie al rapporto proprio ciò che rende nobile l'amore: la libera donazione di sé. Donazione che non è contrattabile: che può finire esattamente come ha avuto inizio. Abituiamo gli uomini, fin da bambini, a comprendere il valore della libertà nei rapporti e facciamolo usando in maniera più appropriata il linguaggio corrente. Fatelo anche voi, perché da questa responsabilità collettiva verso le potenziali vittime e i potenziali carnefici NON SIETE ESENTI.

In quale modo? Ci permettiamo, sempre per quel diritto di autodifesa che in quanto donne-vittime sacrificali ci compete, di farvi un piccolo esempio.
Scegliamo un recente articolo apparso su Repubblica.it, ma sia ben chiaro che avremmo potuto sceglierne altrettanto appropriatamente anche un altro di una qualsiasi differente testata.

laRepubblicaNAPOLI.it, 24 marzo 2012, cronaca.

Titolo e occhiello:

“Salerno, 17enne accoltellata: è grave confessa l'ex fidanzato della ragazza.
Il giovane di 19 anni l'ha colpita per gelosia mentre l'accompagnava a scuola. Era convinto che fosse innamorata di un altro. Per lui l'accusa di tentato omicidio. La vittima è in prognosi riservata”.

Testo
“La furia della gelosia è durata un attimo, quanto è bastato per compiere un gesto dalle conseguenze irreversibili. Ha accoltellato la fidanzatina ma poi ha confessato. E' in carcere il 19enne di Salerno che ieri mattina ha sferrato una coltellata a una 17enne, credendola innamorata di un altro. Storie di ragazzi, risolte come a volte capita agli adulti. Lei è in ospedale, in prognosi riservata ma non rischia la vita”.
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2012/0...gazza-32119822/

Già. Un tale accoltella la “fidanzatina” (com'è simpatico questo diminutivo, diminuisce anche l'entità della colpa, rende tutto un giochino da niente!), per “storie di ragazzi, risolte come a volte capita agli adulti” (sic). “Capita” per caso. “Capita”, come incontrare per strada un amico e invitarlo a bere assieme un caffè. Insomma, una coltellata è una cosa che “capita” o può capitare a chicchessia… cosa ci sarà mai di strano in tutto questo? Certamente lei è in ospedale, questo è vero, però… via, “non rischia la vita”. Sarebbe mai potuta una scenata finire forse meglio di così?

Non siete d’accordo con noi sull’analisi? Trovate forse che stiamo esagerando? Non c’era modo di dare la notizia diversamente? Beh, eccovi, tanto per capirci meglio, un esempio.
“Un giovane di 19 anni, con il movente di un preteso possesso, ha accoltellato allo scopo di ucciderla la fidanzata, rea a suo avviso di voler "appartenere" non più a lui ma ad un altro. La vittima, una ragazza appena diciassettenne, è in prognosi riservata e anche se non versa in pericolo di vita rischia, com’è accaduto e purtroppo accade anche ad altre, di rimanere segnata forse per sempre dal trauma, conseguente a un atto criminale, tipico di una mentalità maschilista di antica derivazione patriarcale.
Starà al giudice stabilire se l’aver utilizzato un coltello a serramanico che aveva portato con sé, determini per l’aggressore l’aggravante della premeditazione, nel tentato omicidio consumato”.

A noi sembra che la differenza ci sia e riteniamo che sappiate notarla anche Voi.
Siamo certe che sarete in grado di considerare la responsabilità che Vi compete nel determinare la corretta percezione di un fenomeno che colpisce direttamente noi, o le nostre figlie, sorelle, nipoti e a volte madri… che potrebbero anche essere madri, sorelle, nipoti o figlie VOSTRE.

Porgiamo dunque i nostri migliori saluti, aspettandoci che poniate in atto il cambiamento di mentalità e di linguaggio che con questa Vi viene richiesto. Ce lo attendiamo senza nessuna riserva, perché VOGLIAMO - e ne abbiamo il diritto - CHE IL FEMMINICIDIO CRESCENTE SIA FERMATO.

Iole Natoli e Francesca Rosati Freeman

Adesioni:
Simona Zampetti
Paola Broggi
Spartaco Rossi
Elena Fornari
Claudio Brovelli
Elvia Gianantoni
Stefi Spotti
Rossana Mennella
Marta Palitto
Ario De Pompeis
Vivian Collura
Emanuela Chiarini
Paola Mazzei
Germano Caputo Licastro
Antonella Moira Zabarino
Francesca Antonini
Francesca Colombini
Monica Amici
Chiara Gianfranceschi
Rita Lembo
Vladimiro Maraschio
Roberta Berti
Renée Basile
Claudia Rinaldi
Laura Cutaia
Tiziana Bertolin
Maria Paola Saquella
Anna Rita Iezzi
Maria Maddalena Piroddi
Paola Lucchi
Maria Montopoli
Elda Sortino

per favore, fate circolare questa lettera (che sta giungendo e giungerà a ogni testata giornalistica a momento opportuno..)
se volete aggiungete il vostro nome alla lista, oppure no.
grazie!
 
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4 replies since 26/3/2012, 13:13   359 views
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